La vicenda, d’ispirazione autobiografica, si svolge all’inizio degli anni Sessanta in un Istituto che accoglie ragazzi poveri, reduci da tragedie familiari o figli di persone arrestate dopo la rivolta del 1956. L’universo concentrazionario è umiliante e crudele. Áron, il giovane protagonista, deve subire le angherie di alcuni compagni e, soprattutto, di un professore che tiene in soggezione tutti i ragazzi, si preoccupa di censurare le loro lettere e cerca di impedire qualsiasi manifestazione di libero pensiero. Il ragazzo trova un po’ di solidarietà in un altro docente appassionato di astronomia. Ma la situazione precipita e sembra non avere vie di uscita.