Film presentato da Villi Hermann
In un paesino sul lago di Lugano arriva la nuova maestra, che si veste sempre di rosso e forse si è fatta trasferire lì per dimenticare qualcosa. Così almeno mormora la gente, soprattutto il battelliere (Teco Celio) e il sindaco, che si mostrano preoccupati e scandalizzati ma sperano sotto sotto di poterne approfittare. Ma il comportamento della maestra è irreprensibile, è tutta casa e scuola. I ragazzi si affezionano, uno diventa il suo cavaliere e le porta sempre la borsa dei libri fin sulla porta. Finché un giorno lei lo fa entrare e poi gli dice di tornare per delle ripetizioni.
«Girato sulle rive del lago di Lugano, tratto da una novella di Francesco Chiesa ma ambientata in un passato recente, L’innocenza colpisce per la sua delicatezza non leziosa e per la sua misura. Misura nel gusto per la naïveté contadina, nell’uso degli attori e delle loro caratteristiche fisiche e di recitazione, nelle brevi aperture all’immaginazione e al fantastico. Ma il sapore particolare del film è quello che gli danno i due suoi giovanissimi protagonisti con le loro canottiere e il loro dialetto lombardo “arioso”. Con pochissimi ambienti, Villi Hermann ha costruito intorno a loro un paesaggio, gli ha dato un ritmo, gli ha forse imprestato i suoi ricordi. Ne è uscito un film che parla il dialetto, anche cinematograficamente, ma che sta vicino alla poesia.» (Alberto Farassino)